testo di S.S. Karmapa Trinley Thaye Dorje
Bodhicitta – la pratica centrale di un bodhisattva – comprende vari aspetti. Da una parte c’è la cosiddetta bodhicitta ultima, che denota la vera natura della mente, cioè vacuità e luminosità, così come gli sforzi per realizzarla. Dall’altra c’è la cosiddetta bodhicitta relativa, che si riferisce agli stati mentali e ai tipi di addestramento che una persona normale, che non abbia la visione della vacuità, può generare e intraprendere. “Relativa’’ quindi si riferisce al modo con cui percepiamo il mondo e noi stessi. Il punto fondamentale della bodhicitta relativa è il benessere degli esseri senzienti. Poiché questo è l’obiettivo principale di un bodhisattva, chi si sforza di diventare un bodhisattva deve addestrarsi a sviluppare veramente questa meta. Perciò il praticante allena la mente ad ampliare questo atteggiamento mentale, in modo che i bisogni degli altri diventino la cosa più importante.
In questo modo, i metodi di allenamento mentale del Mahayana sono elaborati in maniera tale da rendere capaci di generare gentilezza amorevole e compassione. Ed è su questa base che nella mente del praticante può sorgere davvero la bodhicitta relativa.
Così, in una determinata cerimonia, un maestro Mahayana autentico guida l’allievo attraverso un processo che alla fine gli permette di prendere il voto del bodhisattva.
– Il praticante si impegna alla bodhicitta dell’aspirazione: avendo generato gentilezza amorevole e compassione è pienamente consapevole della necessità di essere di beneficio agli esseri senzienti. Concentrandosi sul desiderio di realizzare il benessere degli esseri senzienti, sa che il requisito necessario è diventare capace di aiutare effettivamente gli altri. Perciò si sforza di raggiungere buddha, lo stato illuminato, per ottenere le capacità necessarie. Così, la bodhicitta dell’aspirazione è impegnarsi e concentrarsi sulla meta della realizzazione di buddha, lo stato illuminato.
– Inoltre il praticante si impegna alla bodhicitta dell’applicazione: fa il voto di addestrarsi in tutte le qualità trascendenti per mezzo delle quali si raggiunge l’obiettivo, cioè le sei paramita: dono, pazienza, etica, sforzo gioioso, meditazione e saggezza.
Rispetto alla bodhicitta dell’aspirazione e dell’applicazione, entrambi gli impegni sono della massima importanza. Il praticante in effetti prende un voto. Quindi non è sufficiente limitarsi a ripetere le parole o rifletterci sopra. Si tratta di un impegno vero e proprio verso questo obiettivo e il cammino che porta alla sua realizzazione.
Gli insegnamenti per sviluppare bodhicitta furono trasmessi da due lignaggi fondamentali: la “Tradizione della Visione profonda’’ che il Buddha Shakyamuni insegnò al suo discepolo Manjushri e che poi fu tramandata dal maestro Nagarjuna, e la “Tradizione della vasta Condotta’’ che il Buddha insegnò al suo discepolo Maitreya e fu trasmessa da Asanga. In quanto al significato le due tradizioni sono identiche, ma vi sono delle differenze nei procedimenti delle cerimonie. La struttura generale delle cerimonie compiute per trasmettere la Tradizione della Visione profonda comprende tre fasi:
– la preparazione,
– la presa del voto,
– e la conclusione.
La preparazione
Come preparazione e per generare merito, l’allievo passa attraverso sette tipi particolari di pratica. Prima venera i Buddha e bodhisattva, prosternandosi a loro. Segue la pratica delle offerte. Il punto principale delle offerte è che l’allievo offre qualcosa di bello o di prezioso senza il minimo attaccamento. Le offerte possono essere fiori, incenso ecc. Il passo successivo è rammaricarsi delle azioni negative commesse in precedenza. Poi gioisce delle sue azioni positive e di quelle degli altri; segue la richiesta ai Buddha e bodhisattva di restare attivi in questo mondo; quindi l’allievo chiede loro di insegnare il buddha-dharma e infine dedica la forza del bene al benessere di tutti gli esseri.
Quindi l’allievo prosegue prendendo rifugio nei Tre Gioielli finché non raggiunge buddha, lo stato illuminato. Con la mente concentrata e piena di devozione ripete tre volte i versi seguenti della presa di rifugio Mahayana:
Fino al raggiungimento del cuore dell’Illuminazione, prendo rifugio nei Buddha. Nello stesso modo prendo rifugio nel dharma e nell’assemblea dei bodhisattva.
In seguito, sarebbe eccellente concentrarsi sull’allenamento mentale mahayana, in modo che l’allievo possa esprimere veramente l’impegno del bodhisattva. Da una parte ci si concentra sulla comprensione della mancanza di essenza del sé individuale e di tutte le cose in generale. Dall’altra, il praticante pensa a tutti gli esseri senzienti, che sono in numero illimitato, sviluppando un senso autentico di considerazione nei loro confronti, cioè una gentilezza amorevole e compassione che si riferiscono a tutti indistintamente.
Il voto vero e proprio
A questo punto, il praticante deve generare un senso di grande gioia e di profonda ispirazione e rispetto verso la bodhicitta, cercando di capire che è il solo e unico cammino verso buddha, lo stato illuminato. Inoltre è importante avere la certezza che il maestro alla presenza del quale si prende il voto è un alto bodhisattva, e perciò è capace di aiutare davvero il praticante a generare l’impegno di sviluppare bodhicitta. Quindi il praticante dev’essere pieno di devozione e della certezza di ricevere veramente il voto mentre ripete tre volte le seguenti frasi:
proprio come, in passato, i Buddha hanno sviluppato bodhicitta
e progressivamente si sono stabiliti nel loro addestramento del bodhisattva,
così, per il beneficio degli esseri,
anch’io svilupperò bodhicitta e mi allenerò progressivamente nella sua applicazione.
La conclusione
In primo luogo il praticante gioisce di questa pietra miliare del suo sviluppo spirituale: prendendo il voto del bodhisattva, è diventato un bodhisattva, una persona che segue le orme del Buddha. In altre parole, ora fa parte della famiglia del Buddha, è un figlio o una figlia del Buddha, che procede verso buddha, lo stato illuminato. Dobbiamo essere consapevoli che grazie a tutto ciò le esistenze samsariche giungeranno alla fine. Per questo motivo il praticante decide anche di fare tutto il possibile per essere all’altezza dell’impegno del bodhisattva, facendolo con gioia. Questo è ciò che il praticante tiene a mente ripetendo i versi:
Ora la mia vita è diventata fruttuosa.
Sono fortunato ad avere ottenuto la preziosa esistenza umana.
Oggi sono nato nella famiglia dei Buddha. Sono un bodhisattva.
Da ora in poi, qualunque cosa accada, compirò soltanto azioni
che siano in accordo con le qualità supreme.
Agirò in modo tale da non contaminare mai le perfette e supreme qualità dei Buddha.
In secondo luogo, il praticante incoraggia anche gli altri a rallegrarsi, perché ha promesso a tutti di aiutarli a ottenere il benessere temporaneo e ultimo. Questo è un buon motivo perché gli altri ne siano contenti. Recitando questi versi il praticante invita anche gli altri a gioire:
Oggi, in presenza di tutti i Protettori,
invito tutti gli esseri a godere della felicità
finché non sia raggiunto lo stato della buddhità.
Deva, asura e tutti gli altri, esultate!
Dopo il voto, è bene fare un’offerta al maestro spirituale che lo ha conferito. L’offerta dev’essere adeguata e perfetta, essendo la sostanza simbolica che accompagna la fase di generazione della bodhicitta. Insieme a questa, l’allievo pratica i sentieri dell’aspirazione, augurandosi che la virtù generata tramite la forza della bodhicitta e delle offerte possa contribuire al benessere e allo sviluppo spirituale di tutti gli esseri senzienti; e che si avveri tutto ciò che è favorevole a questo sviluppo.
La conclusione della cerimonia è seguita dalla dedica del merito accumulato:
Possa la preziosa bodhicitta essere sviluppata da coloro che non l’hanno ancora sviluppata.
Possa non diminuire in coloro che l’hanno già sviluppata.
Possa espandersi sempre di più.
Possa io non perdere mai la bodhicitta e possa sempre generare il comportamento di bodhicitta.
Possano i Buddha avere cura di me e possa abbandonare tutte le azioni dannose.
Possano essere realizzati gli auspici dei bodhisattva per il beneficio di tutti.
Possano gli esseri senzienti ottenere tutto ciò che i Buddha desiderano per loro.
Possano tutti gli esseri godere della felicità.
Possano svuotarsi per sempre i regni inferiori.
Possano compiersi le preghiere di auspicio dei bodhisattva che dimorano nei diversi livelli.